Il cavallo arabo

Data: 26 Ottobre 2015

Oggi, nessuna razza equina è esente dall’impronta miglioratrice del cavallo arabo.
Il cavallo Andaluso in purezza, oggi chiamato Pura Raza Espanola, a sua volta miglioratore di quasi tutte le razze (nel Rinascimento era “Il” cavallo in tutte le corti d’Europa) è il primo e diretto discendente del cavallo Arabo. Infatti, il primo allevamento di Andalusi fu istituito a Cordova (711) dall’arabo Alzamoe – allora i Mori occupavano l’Andalusia – incrociando soggetti Arabi e Berberi con soggetti locali e teutonici. Poi a migliorare e fissare le caratteristiche dell’Andaluso furono i monaci certosini de La Cartuja, Abbazia di Jerez de La Frontera, presso Cadice.

Arabi erano i capostipiti del Purosangue inglese: Byerly Turk, nato nel 1860, catturato ai Turchi presso Vienna, dal capitano Byerly; Darley Arabian (Mu’niqi-Hadruj dei Beduini Anazeh, comprato da Mr. Darley, ambasciatore inglese ad Aleppo; Godolphin Arabian (doveva essere berbero, viene chiamato anche Godolphin Barb).

Miglioratore per eccellenza

Altre razze derivate dal cavallo arabo: il Trottatore americano che discende da Messenger, l’Hackney che discende da Darley Arabian (uno dei tre fondatori del Purosangue inglese). Il Lipizzano conta tra i suoi cinque capostipiti ben due Arabi: Siglawi (1810) e Favory (1779), gli altri tre, Neapolitano, Conversano e Pluto erano stalloni andalusi allevati in Puglia, dove gli Aragonesi regnarono prima dei Borboni.

L’influsso del cavallo Arabo è tuttora evidentissimo nelle razze del Sud Italia.

La sua scarsa diffusione nel passato era causata da costi eccessivi d’importazione. Oggi l’Arabo è allevato in tutto il mondo e registrato sotto il controllo della Waho (World arabian horse organisation). In Italia è presente l’Aia (Associazione italiana cavallo arabo).

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