Da molti ritenuto precursore del “Sistema caprilliano” in quanto intravvide alcune azioni che concordano con l’equitazione naturale (studiò gli equilibri naturali del cavallo). Lanciò l’aforisma “mani senza gambe” e “gambe senza mani” (le azioni delle une non devono contrastare le azioni delle altre). Propugnatore dell’uso del filetto (un tipo porta ancora il suo nome), propugnò il “rassembler” (portare il centro di gravità del cavallo al centro del suo corpo), il “ramener” (piazzare la testa del cavallo in posizione perpendicolare), il “piego” (arrendevolezza e decontrazione dell’incollatura e delle mascelle). Non avendo praticato l’equitazione di campagna non risolse il problema della libertà di incollatura e i suoi metodi rimasero quelli del lavoro di Scuola (questa stessa cosa si potrebbe dire del pre-caprilliano Cavalier Cesare Paderni, a Pinerolo).