Il cavallo è stato per secoli il mezzo di trasporto più straordinario e più ambito, soprattutto attaccato alle carrozze o ai carri agricoli per il lavoro nei campi.
Nelle vetture da viaggio e soprattutto in quelle da passeggio e da piazza – queste ultime antesignane dei moderni taxi – il seggiolino del “guidatore” (se proprietario della carrozza) o del “cocchiere” (se dipendente al servizio di qualcuno) era appoggiato a una struttura di forma squadrata, detta “cassetta”, da cui il comune modo di dire “seduto a cassetta”.
Essa era provvista di uno scomparto, chiuso da uno sportello, nel quale veniva riposto un sacchetto di crusca da somministrare al cavallo durante le soste.
Quello scompartimento venne presto denominato “cruscotto”, che rimane nelle moderne vetture anche se spostato in avanti e anche se in quello sportellino non si mette più la crusca ma il libretto di circolazione o qualche oggetto personale.