Come tutti gli anni la tappa di coppa del mondo dell’ Olympia international Horse Show è uno spettacolo che gli amanti del Dressage non amano perdere.

SHORT GRAND PRIX. In questa edizione è stato inaugurato lo ‘ short Grand Prix’, una ripresa a livello Gran Premio che prevede quindi piaffe, passage, cambi tempi-tempi e pirouette di durata 5 min anziché 8. Questa scelta è stata fatta, a detta degli addetti ai lavori, per coinvolgere di più il pubblico, dal momento che ogni cavaliere, una volta terminata la gara, smonta dal cavallo e fa un breve commento ‘ a caldo’ sulla sua performance.
Quest’ultimo aspetto, in effetti, sembra l’unica nota positiva nel nuovo test. Infatti, nonostante la magnifica cornice dell’ Olympia stadium che avrebbe dovuto far sembrare bellissimo qualunque spettacolo, questo gran Premio non è sembrato affatto magnifico : le linee sono state ridotte e ‘spezzate’ drasticamente, impedendo di mostrare la fluidità e la spettacolarità che siamo soliti vedere e che nei binomi più affermati danno al pubblico grandi emozioni . I campioni rimangono in ogni caso, sempre gli stessi , anche con un grafico spezzato e degli esercizi più ‘compressi’ del solito .
Al primo posto troviamo l’olandese Hans Peter Minderhoud con il giovane Dream Boy N.O.P e la percentuale del 73,895%. La regina di casa e campionessa olimpica in carica Charlotte Du Jardin purtroppo non in sella alla sua potentissima Free Style , ha presentato Hawtins Delicato (il cavallo di Carl Hester ) e con un errore nei cambi tempi tempi ed uno nell’ultima transizione passage-piaffe non è riuscita ad aggiudicarsi la vittoria, dovendosi ‘accontentare’ di un 73,026% e la piazza d’onore. Sul terzo gradino del podio Fredric Wandres e Duke of Britain, cavallo di proprietà di Hof Kasselmann, con una bella prova macchiata da un errore nei cambi e il 72,6%. Siama molto curiosi di vedere quale saranno gli sviluppi futuri di questa nuova versione di Gran Premio che speriamo verrà un po’ rivista o magari affiancata da tests che non penalizzino cosi’ la spettacolarità della nostra bellissima disciplina.

IL FREESTYLE. Con la prova del freestyle , decisamente più emozionante dello ‘Short Grand Prix’ del giorno precedente, si è conclusa la tappa di coppa del mondo dell’Olympia Horse Show.
Il podio del GP è stato rimescolato ma i protagonisti sono sempre stati gli stessi: nonostante sia un ‘debuttante’ all’ Olympia Horse Show il campione di oggi è il tedesco Fredric Wandres. In sella al castrone sauro Duke of Britain, con una ripresa potente e precisa si è aggiudicato l’80,030% dei punti assegnabili, stessa percentuale ottenuta dalla regina di casa Charlotte Dujardin su Hawtins Delicato: nonostante una prova decisamente migliore della precedente giornata , veramente bella e priva di errori, si è dovuta accontentare di nuovo della seconda posizione a causa di un punteggio artistico inferiore. La colonna sonora di “How to train your Dragon” è stata la base della musica del freestyle della Dujardin, musica già conosciuta dal pubblico in quanto era stata una sua Kur storica con il campione Valegro.
Sul terzo gradino Hans Peter Minderhoud e Glock’s Dream Boy N.O.P con la Kur che probabilmente avrebbe dovuto presentare ai Weg (ma l’arrivo dell’uragano Florence aveva impedito lo svolgimento del Freestyle). Una performance che, nonostante sia stata macchiata da alcune imprecisioni nelle transizioni al piaffe e un errore nei cambi, con il 77, 990% ha comunque mostrato la grandezza del binomio. Ai piedi del podio la britannica Haley Watson Greaves e il suo Rubins Nite hanno incantato il pubblico di casa con il 77, 705% seguita dai connazionali Richard Davison e Lara Butler, rispettivamente al quinto e sesto posto. Ora Wanders è terzo nella classifica generale (50 p.) guidata parimerito dalle sue connazionali Werndl e Schneider (65 p.).

È sempre un piacere poter assistere a questo bellissimo show, con le tribune gremite di un pubblico veramente sportivo, pronto a sostenere gli atleti non di casa con calore ed entusiasmo, veramente un bellissimo spettacolo!

di Margherita Josi Paglieri – photo FEI/Jon Stroud-